La mia abitazione a Collecchio è situata sulla sinistra del Rio Manubiola al di là del quale corre la strada per Sala Baganza. Verso Est
la vista spazia sulla campagna intensivamente coltivata a foraggere e cereali in rotazione.
Come ho avuto già modo di documentare, in questi campi vivono numerose arvicole che oltre ad attrarre la presenza giornaliera degli aironi
(vedi report sulle catture degli aironi guardabuoi e degli aironi cenerini attirano le attenzioni predatorie del gheppio che così ho modo di osservare con una
certa frequenza e anche abbastanza da vicino, visto che a volte utilizza gli ultimi alberi rimasti in riva al canale come posatoi sopraelevati per controllare
la zona di caccia.
Gheppio (Falco tinnunculus) esemplare maschio con capo grigio ed esemplare femmina marrone uniforme fittamente macchiettato.
Il gheppio è un piccolo rapace, agile e snello, dotato di una notevole
capacità di adattamento agli ambienti più diversi e proprio per questo è uno dei falchi più diffuso in Italia. Caccia soprattutto piccoli mammiferi,
come le arvicole, ma anche lucertole, anfibi e insetti sui quali piomba dopo averli individuati dall'alto.
Avendo fotografato diversi esemplari in azione in vari momenti, ho pensato di raccontare con le immagini le fasi della caccia di un gheppio.
(Mi sono preso la licenza di costruire il racconto come se si trattasse di un’unica azione: in realtà si tratta invece di foto scattate in vari anni
ad individui diversi, sia maschi che femmine.)
Come si vede dalla prima foto, la campagna è una distesa ormai priva di siepi e alberi: svettano solo pali e tralicci che molto spesso diventano i punti
di osservazione dei rapaci. In riva al Manubiola, dopo gli interventi di bonifica seguiti all'esondazione del 2014, sono rimaste tre robinie che offrono un'ottima vista panoramica
sui prati sottostanti.
Il gheppio, come gli altri falchi, riesce a ruotare il capo di 180°: quindi restando appollaiato sull'albero in una posizione dominante,
senza doversi muovere, ha un campo visivo molto ampio che gli consente di tenere sotto controllo vaste porzioni di terreno. Il suo occhio ha una capacità di risoluzione impressionante e può percepire
un numero di colori e sfumature di gran lunga superiore al nostro, perfino nella gamma dell'ultravioletto, riuscendo ad individuare anche gli animali nascosti fra l'erba.
Una volta individuata la preda, che può trovarsi anche molto distante, spicca il volo lanciandosi a testa bassa dal suo posatoio.
Se la preda è vicina al posatoio, la cattura è immediata. La maggior parte delle volte occorre sorvolare l'area, focalizzare il bersaglio e lanciarsi verso il terreno
per ghermire la preda.
Per fare questo, mentre i rapaci più grandi e con una maggiore superficie alare, come la poiana, volteggiano sfruttando le correnti ascensionali,
il gheppio staziona in volo battendo con frequenza le ali e tenendo la coda aperta a ventaglio nella tipica posizione dello "spirito santo". Il resto del corpo, in particolare
il capo, sono perfettamente immobili consentendogli una perfetta visione panoramica.
(passando col mouse sulle parole sotto l'immagine si avrà una simulazione dello "spirito santo")
Questa volta il colpo è andato a segno e il gheppio è riuscito a ghermire con gli artigli un'arvicola che si muoveva tra l'erba fitta della riva
del canale e subito s'invola alla ricerca di un posto comodo per consumare il pasto.
Eccolo in volo con il bottino ben stretto tra gli artigli.
Una virata con la preda ancora ben salda e...
...eccolo atterrare su di un robusto ramo orizzontale della robinia, una comoda tavola per il banchetto.
Cominciamo...
...partendo dalle viscere...
...poi pian piano tutto il resto...
...fino all'ultimo boccone!
Non è rimasto proprio nulla.
Una pulitina alle zampe...
...ed anche al becco, sfregandolo sul ramo.
È stato proprio un buon pranzetto.
Ma ora meglio prepararsi...
...e ripartire. La giornata del predatore è ancora lunga!
(La sequenza del pasto è del 14/01/2019. Le altre foto sono state scattate dal 2018 al 2022.)
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