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Airone guardabuoi: sequenza di una cattura.

E' passato qualche mese: l'erba è cresciuta con le abbondanti piogge ed è diventata molto alta. Gli aironi cenerini e bianchi si sono spostati probabilmente nelle zone umide alla ricerca di altri tipi di prede. Poi l'erba è stata sfalciata e sono comparsi altri aironi, di taglia più piccola: gli aironi guardabuoi (Bubulcus ibis). Si tratta di una specie di origine africana che senza dubbio avrete visto posato sulla groppa dei grandi erbivori in qualche documentario. Originariamente legato ai grossi branchi di ungulati selvatici dopo il loro declino si è adattato a convivere con il bestiame allevato e con l'uomo, che segue nei lavori agricoli, in particolare l'aratura, nutrendosi di parassiti e larve dannose, abitudine che senza dubbio ha favorito questa convivenza. A partire dagli anni '30 la specie è in forte espansione. Guardando le mappe di distribuzione di alcune pubblicazioni sull'avifauna presenti nella mia biblioteca ho notato che fino agli anni '70 in Europa era dato presente solo nel sud della Spagna e del Portogallo, negli anni '80 seguendo la costa mediterranea si era già stabilito anche in Catalogna e Provenza. In una guida degli anni '90 erano già segnalate stazioni in Sardegna, Piemonte e zona del delta padano. Con l'avvento del nuovo secolo la sua presenza è diventata abituale e sempre più numerosa anche nella nostra provincia ed ora lo si può facilmente osservare in gruppi anche numerosi, spesso in compagnia di gabbiani o altri ardeidi, al seguito dei trattori che arano o compiono altri lavori. Altre notizie le potete trovare anche sul Taccuino del naturalista.

Ma veniamo alla nostra piccola storia. Dopo che l'erba falciata si era essiccata è arrivata la prima avanguardia di aironi guardabuoi. Ecco l'atterraggio di uno di loro mentre un altro è già in perlustrazione.


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Come si vede dalla prossima foto si tratta di individui in abito riproduttivo con penne ornamentali giallo ocra sulla testa, sul dorso e sul petto.


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La tecnica di caccia è un po' diversa da quella osservata per gli aironi cenerini, forse dettata anche dalla diversa condizione ambientale. Mentre i cenerini individuato qualche indizio facevano lunghi appostamenti, i guardabuoi perlustrano il prato falciato camminando in lungo e in largo fino a quando hanno individuato la preda.


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Qualcosa ha attirato la sua attenzione e...


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...ecco il momento esatto in cui l'airone ha individuato la preda e si prepara a scattare.


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Aiutandosi anche col movimento delle ali, sferra l'attacco prima che la preda abbia il tempo di trovare un nascondiglio.


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Il colpo è andato a buon fine e nel becco dell'airone c'è una preda non certo piccola per chi è abituato a nutrirsi di larve e di insetti. Si tratta ancora una volta di un'arvicola.
Vita dura per i roditori nel prato sotto casa mia!


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Ora non resta che uccidere la preda e rigirarla in modo da poterla inghiottire, naturalmente intera.
L'operazione richiede qualche energico scrollone che crea qualche turbolenza nel piumaggio del nostro airone.


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L'arvicola penzola inerte dal becco dell'airone pronta per essere ingoiata, ma a questo punto l'airone ha deciso di voltarmi le spalle e di andare a terminare il pasto più in là.


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Una volta raccolto il fieno gli aironi non si sono più visti. Poi sono ricomparsi più lontano in un campo irrigato a pioggia insieme ad un gruppo di gabbiani. Erano i giorni più caldi di questa pazza estate e a me piace immaginare che loro seguissero l'irrigatore per procurarsi un po' di refrigerio. Ma la vera ragione sarà stata un'altra: probabilmente sotto quella doccia c'era del movimento nella vegetazione e quindi sicuramente qualcosa da catturare per riempire il gozzo.


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Finchè la pioggia artificiale è durata gli aironi hanno soggiornato tutto il giorno sotto gli spruzzi. Poi la cuccagna è finita, ma loro non si sono dati per vinti e hanno seguito l'irrigatore dove il contadino lo ha parcheggiato, vicino ad un vascone annesso al pozzo. Chissà, prima o poi lo rimetterà in funzione. Finita la doccia sono andati in piscina!


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(P.S.: la qualità fotografica è ridotta in quanto le foto sono state scattate dal balcone di casa da una notevole distanza e sono state ritagliate per mettere in evidenza il comportamento di questi aironi. L'obiettivo utilizzato è il Canon 300/4 con l'aggiunta dell'extender Sigma 1.4x)

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