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I piccoli fiori di cristallo della Spiranthes spiralis.

Alcuni anni fa, dopo aver acquistato una reflex digitale corredata da un buon obiettivo macro, mi sono ripromesso di andare alla ricerca delle orchidee presenti nel territorio provinciale. Nel libro "Orchidee spontanee dell'Emilia Romagna" alla pagina corrispondente alla Spiranthes spiralis avevo messo un segnalibro con indicate alcune località del parmense dove questa orchidea era stata segnalata e nel testo avevo evidenziato questa frase: "specie meno rara di quello che si pensa a causa della sua scarsa visibilità". Anche nell'Atlante Regionale della flora protetta è descritta come "specie poco visibile e a fioritura tardiva e irregolare e per questo ritenuta in passato molto rara". Così, quasi a voler confermare le osservazioni degli autori di quei testi, per alcuni anni la mia ricerca era stata infruttuosa. Finalmente l'amico botanico Luigi Ghillani mi ha accompagnato nell'unica stazione conosciuta nel Parco Regionale del Taro, in uno dei tanti prati simili presenti nell'alveo, e lì, solo lì, finora sono riuscito a vederle. Certo che trovarle è veramente un'impresa come si può capire da queste immagini ambientate. Sono entrambe immagini di quest'anno: la piovosità che ha caratterizzato questa estate e il mancato sfalcio hanno fatto sì che, pur conoscendo la localizzazione in modo preciso, ho impiegato più di mezzora per trovarne una.


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Nel frattempo il cielo si era un po' movimentato e un ampio squarcio di azzurro mi ha suggerito la seconda ambientazione con un'orchidea meno mimetizzata che punta proprio verso l'azzurro, come se da lei, dalle sue spire, fosse partito il vortice che lo ha prodotto.


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Oltre ad avere una fioritura molto tardiva (settembre/ottobre) questa orchidea presenta altre stranezze. Il fiore si sviluppa da una rosetta fogliare dell'anno pecedente, che quindi ha svernato per poi scomparire nell'estate prima dell'antesi. Quindi le rosette che si vedono nella foto seguente non sono quelle che hanno prodotto i fiori, ma quelle che lo produrranno l'anno seguente.


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Per il fotografo, che non riesce mai a riempire un fotogramma con queste esili orchidee, è un vera manna trovarne due vicine. In questa coppietta nessuna delle due aveva molta voglia di onorare il nome datogli dai botanici: infatti i fiori non fanno delle gran spirali. Ma d'altronde quando si è in compagnia bisogna pur guardarsi l'un l'altro.


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Anche questo esemplare ha deciso di interpretare la spirale a modo suo.


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Naturalmente non manca chi vuole essere fedele al proprio nome e porsi come esempio tipico della specie: più spirale di così... I colori contrastanti (erba alta e secca ma anche molta erba fresca di un verde brillante grazie agli acquazzoni regolari di quest'anno) hanno creato uno sfondo che mi ricordava le grandi pennellate di un amico pittore.


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Lo scorso anno il prato era stato sfalciato ed era meno verde, così gli sfondi apparivano con colori diversi. Il controluce mette bene in risalto la struttura di questa esile orchidea.


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Avvicinandosi sempre di più si può osservare la struttura cristallina dei piccoli fiori, che sembrano stati forgiati, uno ad uno, dalle abili mani di qualche mastro vetraio.


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Naturalmente non manca che riesce a sfruttare anche questi piccoli fiori per tendere un agguato agli insetti impollinatori. Questo minuscolo ragnetto riesce a nascondersi completamente all'interno della corolla.


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A conclusione di questo breve viaggio alla scoperta di questa piccola meraviglia della natura inserisco un paio di immagini scattate nel 2008 dopo un'estate molto scarsa di precipitazioni dove le Spiranthes spiralis emergevano da una vegetazione rinsecchita dal colore rossastro.


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(Tutte le foto sono state realizzate nella stessa stazione nel Parco Regionale del Taro nelle annate che vanno dal 2007 al 2010)

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