Un giorno Gabriella, un'amica di Lentigione appassionata di natura, mi ha telefonato chiedendomi se avevo voglia di allevare dei bruchi molto fotogenici.
Era da tempo che non allevavo bruchi e non potendo in quel periodo fare escursioni ho pensato che fosse una buona idea, anche per fare un po' di prove con i flash.
Così il giorno dopo mi ha portato un gruppo di uova, in parte già schiuse, deposte direttamente sul vecchio involucro setoso di una crisalide.
Mi ha detto che si trattava di Orgyia antiqua, una falena appartenente alla famiglia Erebidae sottofamiglia Lymantriinae.
Un gruppetto di bruchini brunastri gironzolava sui gusci delle uova. Erano lunghi non più di 2/3 mm ma con tutte quelle lunghe setole è difficile immaginare
che potessero stare dentro le uova.
Osservandoli da vicino si nota che sono forniti di una grossa testa nera lucida e di setole lunghe quanto il loro corpo.
In questo primo stadio l'unica concessione al colore è un piccolo triangolo cinereo/azzurrino posto dorsalmente poco oltre la metà.
Qualche giorno dopo, fatta la prima muta, si rivela la loro propensione per i colori vivaci.
Ecco come si presentano: sono lunghi circa 5/6 mm, sono apparse chiazze
rosso e arancio ed il capo è nascosto sotto protuberanze rosse. Le setole sono ancora tutte nere e sempre molto lunghe.
Nel giro di qualche giorno i bruchi son diventati belli grassocci e non stanno più nella pelle! Sono ormai pronti per la seconda muta.
In questo terzo stadio aumentano le chiazze di colore rosso/arancio e cominciano a crescere ciuffi densi di peli dorsali e altri
ramificati nella zona frontale e sull'ultimo segmento, più altri due laterali. Nella foto di vede un bruco che ha appena effettuato la muta con a fianco la vecchia pelle (exuvia).
In questa foto si vede ancora bene il capo nero e lucido, ma con la crescita dei ciuffi successivamenta diventerà sempre più difficile osservarlo.
I ciuffi sono notevolmente cresciuti e la testa già non si vede più.
In questa foto è addirittura difficile capire dove si trova il davanti e il dietro.
Il bruco ormai ha riempito anche questa pelle che risulta più chiara ed è pronto per la terza muta.
In questa foto si vedono due bruchi al terzo stadio di dimensioni molto diverse derivanti probabilmente sia dal ritmo di crescita, ma anche dal sesso.
Infatti i bruchi che daranno luogo a massicce femmine attere dovranno in proporzione diventare più grandi di quelli che daranno luogo a maschi.
I ciuffi dorsali tutti di identico colore (prima erano di due colori diversi) ci indicano che questo bruco ha fatto la terza muta ed è nella quarta fase.
Pur avendo liberato un gran numero di bruchi in un cespuglio di prugnolo, quelli rimasti con la loro voracità ben presto riducevano i rametti di pruno in scheletri
defogliati e il traffico alla ricerca di nuove foglie era piuttosto intenso. In questa foto si vedono bene tre bruchi a confronto, due sono al terzo stadio (ciuffi bicolori)
e uno ha da poco raggiunto il quarto stadio (ciuffi di un solo colore).
I bruchi diventano sempre più belli con ciuffi ornamentali sempre più lunghi e ricchi.
Una vista dorsale...
...e una di profilo, dove si può apprezzare la ricchezza delle ornamentazioni. Ormai la pelle più chiara e tesa indica che il bruco è ormai pronto per mutarsi in crisalide.
Ora in sequenza vi mostro alcuni particolari ravvicinati delle ornamentazioni. Questi sono i ciuffi frontali formati di peli ramificati come penne di diversa lunghezza.
Il capo rimane completamente nascosto tanto che questa potrebbe benissimo essere scambiata per la parte posteriore.
Questo è un particolare molto ravvicinato dei ciuffi frontali.
Questo è invece il ciuffo caudale, che è unico.
Anche i peli laterali mostrano piccole ramificazioni e sembrano le scie di fuochi d'artificio. Solo la spina centrale nera non ha ramificazioni.
Infine un particolare dei ciuffi dorsali che sembrano vecchi pennelli da barba.
Alla fine i bruchi hanno costruito un bozzolo sericeo e hanno effettuato l'ultima muta trasformandosi in crisalidi. Molti hanno scelto il tulle che avevo posto sopra la scatola di cartone...
...altri si sono attaccati al cartone privilegiando gli angoli.
Una cosa che si nota è che tutti i ciuffi ornamentali non sono andati sprecati, ma sono stati utilizzati come materiale da costruzione per il bozzolo:
infatti in mezzo alla seta si vedono molto bene quelli neri a penna e anche quelli gialli dei pennelli dorsali. Bell'esempio di riciclaggio!
Mi spiace non aver potuto osservare e documentare come questo sia avvenuto.
Dopo qualche giorno, sollecitato da Tiziana e Federica, moderatrici del forum di NaturaMediterraneo sul quale ho inviato le foto di questa mia esperiennza di allevamento,
ho sollevato il coperchio della scatola per fotografare i bozzoli. Un paio si erano attaccati proprio tra scatola e coperchio e di conseguenza il bozzolo si è lacerato
mostrando la crisalide verde al suo interno. In un angolo si vedono anche i resti dell'ultima pelle, in particolare il capo.
Dopo circa una settimana, 40 giorni dalla schiusa delle uova, è sfarfallato il primo maschio. L'ho solo intravisto perchè
quando ho aperto la scatola è volato via senza lasciarmi il tempo nemmeno di osservarlo un attimo. Con il secondo sono stato più attento e sono riuscito a fotografarlo.
I maschi sono agili volatori con abitudini diurne e non si prestano ad essere fotografati con facilità come succede con molte altre falene che rimangono immobili per ore.
Le ali sono di color ruggine e su quelle anteriori è evidente una lunetta bianca nell'angolo interno.
Di profilo risalta una caratteristica tipica dei limantridi, cioè quella di stare a riposo con le zampe pelose protese in avanti.
Qui un maschio si specchia sul vetro doppio della finestra, pronto a volare alla ricerca di una femmina da fecondare.
Altra caratteristica dei maschi è quella di possedere antenne a pettine molto sviluppate per poter captare da notevole distanza il richiamo dei feromoni emessi dalle femmine.
Il dimorfismo sessuale (differenza tra maschi femmine) tipico dei limantridi, nel caso di questa specie è veramente notevole.
Chi direbbe infatti che quel "coso" aggrappato alla vecchia pelle della crisalide è in realtà una falena? Si tratta però di una femmina appena "sfarfallata" e già probabilmente intenta
ad emettere il suo richiamo per attirare i maschi. In questa foto si nota che anche le crisalidi erano fornite di peli, fatto abbastanza raro tra i Lepidotteri.
Le femmine, completamente attere e ben poco attraenti, normalmente rimangono aggrappate al bozzolo, sul quale vengono di solito deposte le uova (vedi foto iniziale) e non si spostano,
essendo molto tozze e con zampe fragili. In questo caso lo spostamento sulla corteccia o sulla foglia è stato indotto per poter scattare meglio qualche foto.
Il loro corpo è di fatto un contenitore di uova già pronte per essere deposte non appena fecondate da qualche maschietto. Dopo l'accoppiamento, la deposizione
avviene sul bozzolo stesso che risulta così incrostato di uova (vedi ovatura della foto iniziale). Subito dopo sopraggiunge la morte perchè queste farfalle da adulte non si nutrono,
essendo sprovviste di spiritromba funzionante.
Ed ecco le uova (oltre 150 in questa ovatura), ordinatamente deposte e quasi già pronte alla schiusa per dar luogo alla seconda generazione. In base all'andamento stagionale, questa specie può dar luogo fino a quattro generazioni annuali.
Sverna allo stadio di uovo.
Qui termina la storia di questa stupefacente metamorfosi al contrario: da uno dei bruchi più belli della nostra fauna lepidotterologica ad una falena... senza ali!
Un grazie a Gabriella ed alla sua "contagiosa" passione.
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