Tutti conoscono il merlo, ormai frequentatore abituale e molto ben adattato dei nostri giardini. Lo si vede saltellare sul terreno a caccia di
lombrichi, a volte quasi indifferente alla presenza umana, o volare sulle siepi in cerca di bacche. Già da fine febbraio lo si nota al mattino presto e
alla sera sulle cime degli alberi più alti o sulle antenne mentre impettito affina il suo canto melodioso che si ode a grande distanza. Il
maschio, distinguibile per il vistoso becco giallo, si posiziona ben in vista sulla cima dell'albero più alto del suo territorio come a sfidare
eventuali rivali, ma se questi segnali visivi e sonori non bastano a dissuaderli dal superare gli invisibili confini da lui definiti, modifica
il suo canto in secchi schiocchi e ingaggia inseguimenti e baruffe.
A me è capitato di assistere ad una vera e propria guerra territoriale prolungata nel tempo.
Oggetto della disputa un bell'albero di noce che evidentemente entrambi i contendenti consideravano parte del loro territorio.
Quell'albero è diventato teatro di estenuanti battaglie perché nessuno dei due era intenzionato a cedere.
Durante una di queste battaglie durata una buona mezz'ora ho scattato queste foto che mostrano come i due maschietti avessero preso le cose molto sul serio.
Questo è il noce conteso. Mentre uno dei contendenti è posato vicino al tronco, arriva il rivale che con fare di sfida si posa su un ramo bene in vista.
Questa vicinanza carica di tensione non può durare che pochi secondi.
Subito iniziano gli inseguimenti tra i rami.
Chi si viene a trovare più in alto è in posizione vantaggiosa per gettarsi a capofitto sull'avversario.
Non si tratta di semplici manovre dimostrative e i due vengono spesso alle mani, anzi alle zampe, come mostra il cipiglio di uno dei contendenti.
Quando la battaglia si fa lunga bisogna prendersi un momento di pausa per recuperare energie, ma senza cedere di un passo.
L'inseguimento prosegue tra l'intrico dei rami con manovre a dir poco spericolate.
Altro agguato da posizione dominante.
Nella picchiata si rischia lo scontro.
Altro agguato con picchiata acrobatica a schiena in giù. Il becco aperto non credo sia per dirgli spostati!
In questo caso l'agguato è in perfetto stile top gun: mancano solo le scie dei traccianti.
Altro round: non si può stare tranquilli su quest'albero che subito arriva il vicino con fare bellicoso.
Manovra di aggiramento...
...non riuscita. I due merli sono di nuovo uno di fronte all'altro...
...e la battaglia aerea si trasforma in un corpo a corpo...
...senza esclusione di colpi.
Alla fine non so dirvi chi ha vinto e dove è stata definitivamente tracciata la linea di confine tra i due territori,
ma vi assicuro che i due hanno speso un mare di energie in questa guerra.
Un grazie al 300 mm Canon che è riuscito a seguire i soggetti nell'azione, nonostante la confusione, e al sensore della mia EOS 5 D markII che mi ha consentito generosi ritagli.
Devo ringraziare anche i due merli che, a fronte dei miei ripetuti errori di ripresa, hanno ripetuto la scena innumerevoli volte senza nemmeno
bisogno del ciak.
Questa battaglia mi ha emozionato e spero abbia emozionato anche voi.
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