Fotografare i funghi sembra facile: non fuggono come gli insetti, non si muovono alla minima brezza come i fiori, molti hanno dimensioni che non
richiedono per forza l'uso di ottiche macro. Eppure non è così: chi ha provato è rimasto spesso deluso dai risultati. Vero è che trovandosi
spesso nel sottobosco l'illuminazione è scarsa o problematica. Le forme sono poi spesso ripetitive e i colori poco esaltanti. Forse anche
per questo motivo non mi sono mai dedicato molto a ritrarli. Tuttavia qualche tentativo l'ho fatto e questo breve report è il risultato dei miei
tentativi di ritrarre una specie molto comune, la mazza di tamburo (Macrolepiota procera), utilizzando varie ottiche.
Il fungo è piuttosto grande e si presta facilmente anche a riprese ravvicinate col grandangolo con lo scopo di ambientarlo e rendere così
l'idea del luogo in cui vive. Naturalmente, come per la gran parte dei soggetti, per dare loro importanza bisogna portare il punto di ripresa al
loro livello, ossia in questo caso a pochi centimetri dal terreno.
Canon EF-S 10-22mm a 14mm ISO 100 1sec. f16 -0.33eV
Canon 10-22mm a 16mm ISO 100 2 sec. f 16
L'uso del grandangolo a f 16 ha consentito di ottenere una grande profondità di campo e di mettere a fuoco sia il fungo sia l'ambiente che lo circonda.
Altro discorso bisogna fare se si vuol isolare il soggetto e metterlo in risalto sullo sfondo lasciando solo intuire l'ambiente
retrostante. L'uso del 180 macro ha messo in evidenza la sagoma a "mazza di tamburo" di questo esemplare ancora chiuso che si
staglia su uno sfondo policromo di foglie secche e giovanissime querce.
Sigma 180 macro ISO 100 1/2 sec f 8 -0.33 eV
La tridimensionalità del soggetto non ha consentito di aprire di più il diaframma; inoltre la conformazione del terreno ha reso
lo sfondo abbastanza presente. Per accentuare il distacco tra soggetto e sfondo si pu� ricorrere ad una focale ancora più lunga. Il Canon 300/4
con la possibilità di mettere a fuoco fino a 1,5 m si rivela un ottimo strumento per ottenere uno sfondo più sfocato.
Canon 300 mm ISO 100 1/5 sec f 6.3
Abbassando ulteriormente il punto di ripresa e aprendo al massimo il diaframma si ha l'effetto massimo di isolamento del soggetto
che diventa padrone assoluto della scena come nelle due foto che seguono. La prima ritrae un esemplare ancora chiuso, ma col gambo già attaccato
probabilmente da qualche lumaca. La seconda presenta un esemplare che ha appena aperto il cappello e mostra chiaramente l'anello intorno al gambo.
Canon 300 mm ISO 100 1/10 sec f 4
Canon 300 mm ISO 100 1/15 sec f 4 -0.67 eV
Essendo il cappello della Macrolepiota molto grande, le sue ornamentazioni possono suggerire riprese ravvicinate per metterne in evidenza le geometrie.
Canon 24-105mm a 105 mm ISO 100 1/2 sec f 8
I giochi di luce che filtrano tra i rami e le foglie degli alberi il più delle volte disturbano la ripresa provocando chiazze nel
terreno e punti sovraesposti. Ma a volte, soprattutto al tramonto possono offrire lo spunto per foto dall'atmosfera magica.
Canon 300mm ISO 100 1/6 sec f 4 -0.67eV
Tutte le foto sono state fatte con il cavalletto a luce naturale. L'uso del flash e di pannelli riflettenti avrebbero potuto
tornare utili in alcune situazioni, ma questa è un'altra storia...
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