Chi mi conosce, personalmente o tramite il web, sa che i miei soggetti preferiti sono fiori e farfalle. Per fotografare l'avifauna ci vuole un
altro tipo di pazienza, di conoscenza ...e di attrezzatura.
In effetti col mio 300/4 sul pieno formato sono proprio scarso tecnicamente e anche poco preparato dal punto di vista fotografico.
Comunque quando Luigi mi ha proposto di passare una mezza giornata a Cronovilla ho accettato con entusiasmo, anche perché non conoscevo l'oasi,
pur sapendo che avrei portato a casa ben poco come foto.
La giornata era molto calda, ma ogni tanto un filo d'aria rendeva sopportabile la permanenza nei capanni di legno che consentono di
osservare l'avifauna. In uno di questi, con mia grande sorpresa e gioia, ho incontrato Carlo F., una vecchia conoscenza, amico e compagno di battaglie
ambientaliste del secolo scorso per la salvaguardia del patrimonio naturale e la costituzione dei Parchi Regionali. Naturalmente sull'onda dei ricordi abbiamo
chiacchierato, cosa normalmente sconsigliata nei capanni se si vuol vedere qualcosa. Ma dopo tanti anni come si fa a stare in silenzio: troppe sono
le cose da chiedere, da sapere, da ricordare... Lui era lì che puntava il suo tele su una sterna posata su un sasso e ci ha fatto notare che nei pressi
c'era anche un giovane appollaiato a terra e talmente mimetizzato da risultare invisibile: voleva fotografare l'imbeccata ma la sterna non sembrava
intenzionata ad alzarsi in volo e andare a pesca.
Ecco come si presentava la situazione: riuscite a vedere il giovane fra i sassi?
Ad un certo punto la sterna ha pensato bene di entrare in acqua per farsi un bagnetto, quasi a voler invitare il giovane a famigliarizzare con questo nuovo
elemento. Lui, incuriosito, ha lasciato la sua postazione mimetica alzandosi in piedi e sperando forse in un lauto pasto.
Ma l'adulto, dopo qualche battito d'ala per scuotersi l'acqua di dosso, si è posato nuovamente su di un sasso facendo indispettire Carlo che ormai disperava di riprendere l'imbeccata.
Da quelle parti ogni tanto passava una femmina di Cavaliere d'Italia, ma i due sembravano proprio ignorarsi a vicenda.
Carlo mi ha spiegato che nel periodo riproduttivo la femmina si distingue bene dal maschio per l'assenza di parti scure sulla
testa e sul collo. Immersa nell'acqua non evidenzia quei lunghi trampoli rossi che invece mostrano la loro eccezionale lunghezza quando cammina sul
terreno o in volo.
Spostandoci in un altro capanno siamo poi riusciti a vedere anche un maschio in livrea riproduttiva dove si notano bene le zone scure sul capo e sul collo.
Infine ecco avvicinarsi anche un giovane dalla livrea picchiettata.
Poco lontano una famiglia di folaghe andava a spasso guidata da un adulto.
Un giovane sbatacchia un po' goffamente le ali dove si notano le nuove remiganti che si stanno sviluppando.
Abbiamo osservato anche vari ardeidi, ma l'unico che mi è arrivato a tiro è stata questa garzetta.
In questa foto la vediamo intenta a smuovere i sassi del fondo con le zampe in modo da spaventare e indurre ad uscire dai loro nascondigli eventuali prede che poi arpionerà col lungo becco.
Era presente anche una famigliola di svassi che però si è tenuta sempre a debita distanza, probabilmente dove l'acqua è più
fonda. Comunque una foto ricordo l'ho fatta lo stesso perchè per me è stato un primo incontro con questo mitico corridore sull'acqua che ho
sempre ammirato solo nei documentari televisivi.
Uno dei giovani però si è avvicinato meritando un altro scatto.
C'erano anche dei tuffetti in piena attività di pesca, ma sono talmente imprevedibili che è ben difficile riprenderli quando
riemergono dall'acqua con la preda. Questa volta sono stato fortunato, mentre cosi non si puo dire del povero anfibio catturato, sbatacchiato e
infine inghiottito da quell'eccezionale nuotatore in apnea.
Per un fotografo occasionale di avifauna mi posso ritenere soddisfatto. Anche se la qualità non è certo il massimo, questa
prima visita all'oasi mi ha sicuramente fatto incontrare specie interessanti che avevo osservato solo in rare altre occasioni e da
distanze proibitive.
Ma non potevo certo lasciare Cronovilla senza fotografare qualche amato fiorellino! Quindi sulla via del ritorno, approfittando della pazienza dei
miei accompagatori, ho fatto qualche sosta strategica lungo il sentiero cercando qualche soggetto interessante: ho smontato il 300 e ho
messo in funzione quella che ormai è diventata la mia ottica normale: il Sigma 180 macro. Finalmente a mio agio!
Aglio delle vigne (Allium vineale)
Fiordaliso cicalino (Centaurea deusta) forma rosata
Fiordaliso cicalino (Centaurea deusta) forma bianca
C'è rimasto anche il tempo per catturare qualche momento della vita degli insetti. Questa povera ape è rimasta vittima di
un emittero predatore che ne succhierà gli umori, mentre una folla di altri piccoli insetti approfitta della situazione.
ape catturata da un emittero predatore del genere Rhynocoris
In una zona ricca di acqua come Cronovilla non possono
mancare le libellule. Ne ho osservate diverse specie ma sono riuscito a
fotografare solo questa che si posava ripetutamente tra i sassi del
sentiero.
Orthetrum cancellatum (femmina)
Poco prima di giungere all'auto per rientrare, un ultimo incontro ravvicinato con una delle più belle ed eleganti farfalle.
L'esemplare era perfetto e sicuramente sfarfallato da poco e la velatura delle nubi ha favorito una luce più diffusa e meno forte nonostante
fossimo nel primo pomeriggio.
Padallirio (Iphiclides podalirius)
Un grazie a Luigi per avermi fatto conoscere questo paradiso per gli uccelli acquatici e Carlo per la compagnia e le preziose informazioni.
Arrivederci Cronovilla.
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